Il suono in poche parole
Il suono è un fenomeno fisico che stimola il senso dell’udito ed è provocato dal rapido movimento di un corpo. Per esistere, il suono, ha bisogno di una sorgente e di un mezzo di propagazione: aria, acqua, legno, metalli,cemento, mattoni, vetro ecc..
Vibrando, questo corpo trasmette tali rapide oscillazioni al mezzo che locirconda. Le particelle del mezzo non si muovono in avanti da sole: la propagazione del suono, infatti, può essere descritta con un moto ondulatorio.
I suoni, dunque, sono nient’altro che onde create da vibrazioni ottenute in modi diversi, che si spostano dalla loro sorgente, in direzione dell’ascoltatore. In questo quadro generale, parliamo di acustica quando ci riferiamo a quella disciplina scientifica che si occupa delle caratteristiche dei suoni, studiando come gli effetti sonori si producono e si propagano.
Leggi tutto: Suono e comfort acustico: la loro importanza nei luoghi di lavoro.La propagazione del suono
Come si trasmettono le onde sonore? Questo concetto è utile per introdurre, e aiutarci a capire, l’importanza dei materiali e delle superfici, quando trattiamo l’acustica in ambienti chiusi.
L’aria è certamente il mezzo di propagazione più comune ma, come abbiamo visto, non è il solo. Quando un oggetto vibra, spinge e comprime l’aria ad esso adiacente. La zona compressa inizia ad allontanarsi dalla fonte; quando quest’ultima torna al suo stato di equilibrio viene creata un’area di bassa pressione definita rifrazione.
Questo movimento alternato si ripete molte volte, generando nell’aria diverse aree di compressione e di rifrazione. Le zone di alta pressione o di bassa pressione presenti nel mezzo fanno riferimento alla densità di particelle presenti in un determinato volume. Più ce ne sono, più la pressione sarà elevata. Proprio l’alternarsi di tali aree permette all’onda sonora di propagarsi attraverso il mezzo.
Si può quindi affermare che la propagazione del suono avviene tramite la variazione di pressione all’interno del mezzo stesso.
Le caratteristiche del suono
Abbiamo descritto sommariamente un concetto molto complesso che potremmo riassumere come segue:le onde sonore provocano dei movimenti periodici delle molecole formando strati alternati di aria compressa e rarefatta che si propagano.
Lo stesso accade quando parliamo, poiché si sposta una quantità finita di aria in tutte le direzioni fino ad arrivare al nostro orecchio.
ue delle principali caratteristiche del suono sono la tonalità e il volume.
Per comprendere al meglio cosa siano tonalità e volume, però, è necessario conoscere le caratteristiche delle onde sonore: frequenza, ampiezza (o intensità) e durata.
- FREQUENZA DEL SUONO
L’altezza percepita dei suoni dipende dalla frequenza (f), cioè dal numero delle oscillazioni che si verificano in un secondo. Quanto più numerose esse sono, tanto più acuto è il suono. La frequenza si misura in Hertz[Hz].
Un Hertz corrisponde ad un’oscillazione completa nel tempo di un secondo. L’orecchio umano può solo sentire i suoni compresi tra 20 e 20.000 Hz.
- AMPIEZZA DEL SUONO (O INTENSITÀ)
L’ampiezza dell’oscillazione è la caratteristica delle onde sonore che ne determina l’intensità, ed è espressa in decibel [dB]. Parliamo di quello che comunemente chiamiamo il volume del suono.
L’orecchio umano è sostanzialmente un sensore di pressione.
La pressione acustica necessaria perché un suono sia udibile dall’orecchio umano varia a seconda della frequenza dei suoni. Un suono di 1.000 Hz è udibile a “0 dB”, mentre scendendo a 30 Hz occorre un livello di pressione sonora di almeno 60 dB perché il suono sia udibile
- DURATA DEL SUONO
Quando un’onda acustica torna allo stesso livello di partenza si dice che ha compiuto un’oscillazione completa. Il tempo che essa ha impiegato per effettuare tale oscillazione viene per l’appunto definito durata. Questa caratteristica delle onde sonore viene misurata in secondi.
Suono, riverbero e rumore
In un ambiente chiuso come un ufficio, la sala di un ristorante o la hall dell’hotel, il tempo impiegato dal suono per rimbalzare fino alle nostre orecchie è molto minore e il suono riflesso non è così chiaro e limpido come in montagna o in grandi spazi vuoti (dove sperimentiamo il fenomeno della eco).
Più precisamente: si ha riverbero quando l’onda incidente si confonde nell’orecchio dell’ascoltatore con l’onda riflessa, mentre si ha eco quando le due onde risultano distinte.
Avete mai pensato al trattamento acustico come priorità per la vostra attività lavorativa?
I problemi legati al riverbero del suono sono molto diffusi e fino ad oggi, ahimè, sottovalutati. Fortunatamente negli ultimi tempi assistiamo ad un progressivo aumento dell’interesse per l’acustica in generale e per il comfort acustico sul luogo di lavoro, in particolare.
Per fare alcuni esempi, è riverbero quando:
- siamo al ristorante e proviamo a parlare con qualcuno dall’altro capo del tavolo ma dobbiamo avvicinarci per riuscire a percepire la conversazione;
- è impossibile concentrarsi sul luogo di lavoro, perché nell’open space si sentono tutti i rumori e le voci circostanti, e anche fare una semplice telefonata o consultare un collega diventa frustrante.
Più delicato e importante diventa il discorso se parliamo di rumore, soprattutto di rumore sui luoghi di lavoro. Il rumore all’interno degli ambienti lavorativi è da sempre una delle cause principali di malattie professionali e per questo è disciplinato dal D.Lgs. n.81/08 (Testo Unico in materia di Sicurezza sul lavoro) e da altre norme tecniche UNI EN ISO.
Usualmente definiamo rumore un suono che provoca una sensazione sgradevole, fastidiosa o intollerabile. “Per questo motivo è impossibile stabilire, in via teorica, se una vibrazione meccanica percettibile con l’udito, risulti un suono o un rumore per l’ascoltatore” ; tale percezione è altamente soggettiva.
Abbiamo visto cosa sia l’intensità del suono e come si comporti l’orecchio umano quando viene sottoposto a determinate pressioni. All’aumento dell’intensità, la sensazione uditiva cresce fino a risultare sgradevole, fastidiosa o dolorosa.
Nonostante la componente soggettiva, esiste una scala di riferimento a cui attenersi quando si parla di rumore: la cd “scala dei decibel” .
Può essere stabilita anche una soglia superiore di intensità sonora, cui viene dato il nome di soglia del dolore.
In un generale e diffuso clima di sempre maggiore attenzione al comfort dell’individuo, soprattutto sui luoghi di lavoro, non sorprende poi più di tanto che l’acustica stia diventando gradualmente una componente fondamentale nella progettazione degli edifici.
Negli uffici moderni sono sempre più diffusi gli open space, grandi ambienti dove più persone interagiscono, parlano e lavorano.
Ciò favorisce lo scambio di competenze e la creazione di legami interpersonali, ma può causare anche un alto livello di inquinamento acustico, che incide negativamente sulla qualità del lavoro e della vita.
I produttori di soluzioni acustiche offrono un’ampia gamma di prodotti, realizzati in modo sostenibile e con un occhio di riguardo anche al design e all’estetica. L’acustica di un ambiente dipende da una varietà di fattori, tra cui la forma e le dimensioni e i materiali utilizzati. Tuttavia, i materiali fonoassorbenti non riescono da soli ad influenzare il rumore o a ridurre la trasmissione del suono; questi, infatti, assorbono e riflettono il suono a livelli e gradi differenti.
La soluzione al problema è a monte: quando progettiamo nuovi ambienti lavorativi, il fattore acustico è determinante e deve influire sulla configurazione stessa, al pari della luce e dell’areazione. Intervenire in un secondo momento, per quanto il lavoro possa essere ben fatto, è sempre l’alternativa più dispendiosa e sicuramente meno efficace.
CREDITS
(fonte:https://marvinacustica.it/propagazione-del-suono)
(fonte: ambientelavoro-www.ancors.eu)
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